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Trasformare la vulnerabilità in forza

“Viviamo in un’epoca in cui si è titolati a vivere solo se perfetti.
Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilità sembra bandita.
Ma c’è un altro modo per mettersi in salvo, ed è costruire, come te, Giacomo,
un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro che sanno essere fragili”

Alessandro D’Avenia,
L’arte di essere fragili

Ho scelto di parlare della mia vulnerabilità perché possa essere uno stimolo di crescita per tutti, al di là delle proprie origini e al di là del cammino fatto. Nella mia esperienza, la fragilità e la vulnerabilità, sono state potenti risorse per la mia trasformazione interiore.

Per diventare liberi è necessario creare uno spazio di consapevolezza nel quale impariamo ad ascoltarci, a riconoscere e ad accettare noi stessi nella totalità. La consapevolezza però da sola non basta, bisogna che emerga il desiderio di essere per sempre liberi dalla sofferenza sviluppando una Matura Compassione verso noi stessi. Quindi, accettarci per come siamo per poi accogliere e abbracciare gentilmente il nostro dolore, come una mamma che coccola il suo bambino. Questa è proprio l’energia che “cura”, che porta poi ad agire, prendere delle posizioni per avere una vita migliore.

Lo studio sui libri e gli insegnamenti ricevuti sono stati fondamentali per la mia formazione personale e professionale, ma ciò che più ha determinato la mia crescita è stato ascoltare quel desiderio, quella forza creatrice interiore che ci spinge ad uscire dalle vecchie gabbie mentali per andare verso l’anima poetica, sempre in trasformazione. Per fare ciò è necessario onorare quel potere interiore, per poi indirizzarlo con gentilezza e determinazione verso di noi e verso gli altri.

La volontà, il coraggio, l’umiltà sono qualità innate in ognuno di noi, ma come la ricerca scientifica ci insegna, possono essere anche coltivate da adulti fino a diventare potenti strumenti per migliorarsi.

Le esperienze della vita, positive o negative che siano, sono strumenti preziosi per la nostra evoluzione, purché ne riconosciamo il valore e non cadiamo nel vittimismo.

03/02/2020

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